DIVERSITÁ DI VEDUTE O NON ESSERE OBIETTIVI ?
21 Gennaio

DIVERSITÁ DI VEDUTE O NON ESSERE OBIETTIVI ?

DIVERSITÁ DI VEDUTE O NON ESSERE OBIETTIVI ?

 

Abbiamo già citato il grande Ennio Flaiano, ma lo facciamo anche stavolta perché, sul RUNTS e la riforma del Terzo Settore, “la situazione è grave ma non seria”.

Dobbiamo notare, per l’ennesima volta, che coloro i quali da tempo vorrebbero accreditarsi come veri esperti (ricordiamo che un esperto è “…un perito, un tecnico o più in generale una persona che ha una vasta competenza in un settore” - cit. vocabolario Treccani on-line), in realtà, si siano schierati apertamente e “a prescindere” senza tenere conto della realtà.

Ci spieghiamo meglio.

Abbiamo visto in rete un intervento che spiegherebbe come mai il Registro unico del Terzo Settore non è un flop a più di un anno dall’apertura ufficiale dello stesso.
E poi via a una serie di dati: le nuove iscrizioni risultano circa 8.000.
Delle associazioni che erano già Odv e Aps ed iscritte in registri regionali, la metà è ancora fuori.
In totale su circa 360.000 istituzioni non profit, solo 81.000 risultano ad oggi inserite nel RUNTS.

Facciamo allora due conti: 81.000 inserite su 360.000 esistenti equivalgono al 22,5%, cioè appena più di un quinto.

Questi sono i numeri riportati nella comunicazione stessa e che prendiamo per buoni.

Come si faccia a non definire “un clamoroso flop” questa imposizione venuta dall’alto è un mistero…

Chi ai “piani alti” ha fortemente voluto questa riforma, se ha un minimo di oggettività, dovrebbe per lo meno fermarsi un attimo a ragionare, magari facendolo preferibilmente coi diretti interessati, ovvero coloro che subiranno le nuove norme.

Possibile che questa immensa massa di associazioni, rappresentanti persone dotate di intelletto, sia formata solo da perfetti imbecilli che non capiscono le cose ?

Non è possibile, invece, che essendo meno “teorici” ma molto, molto pratici, i responsabili di tali sodalizi abbiano ravvisato delle criticità enormi che penalizzano e appesantiscono in modo significativo il loro operato, minandolo alle fondamenta ?

Torniamo a ripetere, qualora ce ne fosse la necessità, che come TP non siamo mai stati aprioristicamente “contro”, ma abbiamo analizzato e studiato la questione in modo molto pragmatico, facendo riferimento a studiosi ed esperti del settore, imparziali, e che hanno sviscerato la questione in modo analitico e oggettivo.

Ribadiamo che le nostre obiezioni sono basate su problemi reali e oggettivi.
Problemi di fondo, sostanziali, non ottuse prese di posizione o “tifoserie” varie.

E la soluzione di taluni che hanno puntato tutto sulla riforma qual è ?
Pur riconoscendo che ci sono ancora “luci e ombre” non si deve rallentare, bensì introdurre delle novità tese a semplificare il processo d’iscrizione…
Praticamente un ragionamento del tipo "andiamo pure a sbattere, ma facciamolo in fretta, poi si vedrà…"

Siamo veramente senza parole…

Per la cronaca, sono molte le realtà che, essendo già APS prima della riforma, hanno verificato di persona tali difficoltà e, in questi mesi, ci hanno chiesto supporto per non entrare nel RUNTS.

L’abbiamo già detto nel passato, lo ripetiamo anche oggi: non abbiamo poltrone da difendere. Non riceviamo compensi o rimborsi spese.
Non siamo studi che si fanno pagare per la consulenza, oppure che si costruiscono una carriera o un nome sulla riforma.
Non abbiamo interessi nell’uno o nell’altro caso, se non il dovere di proteggere e informare compiutamente le associazioni musicali amatoriali.
Non ci stiamo certamente costruendo un lavoro.

Purtroppo, invece del buon senso, che vorrebbe la persona intelligente capace di cambiare le cose se non funzionano, stanno vincendo l’orgoglio, il pregiudizio e la maionese impazzita (vedi https://www.tavolopermanente.org/item/537-orgoglio-pregiudizio-e-maionese-impazzita.html e anche https://www.tavolopermanente.org/item/559-orgoglio-pregiudizio-e-maionese-impazzita-parte-ii.html)