ORGOGLIO, PREGIUDIZIO E MAIONESE IMPAZZITA - PARTE II
Purtroppo, invece del buon senso, stanno vincendo l’orgoglio, il pregiudizio e la maionese impazzita (vedi il precedente intervento QUI).
Noi siamo solo dei semplici, umili operatori culturali che si impegnano quotidianamente, dopo aver svolto il proprio lavoro principale, nella salvaguardia delle tradizioni locali, della musica amatoriale, per formare i musicisti del futuro. Il tutto gratuitamente.
Non abbiamo poltrone da difendere, non riceviamo compensi o rimborsi spese, non abbiamo interessi nell’uno o nell’altro caso, se non il dovere di proteggere e informare compiutamente le associazioni musicali amatoriali.
In questi mesi abbiamo sentito le organizzazioni di altre Nazioni per capire come funziona da loro.
Ovunque le realtà amatoriali come le nostre sono salvaguardate, semplificandone l’aspetto burocratico e fiscale, nonché alleggerendo le incombenze di coloro che sono chiamati ad amministrarle. In Italia succede il contrario.
È veramente mortificante rilevare il solone di turno che, per screditare chi come noi è seriamente preoccupato dalla piega presa dalla riforma del 3° Settore, ha il coraggio di affermare quanto segue: “l’asserto secondo cui l’inclusione delle bande nel Terzo settore determinerebbe la loro scomparsa per troppa burocrazia e difficoltà gestionali è fortemente strumentalizzato e non veritiero, in quanto gli adempimenti attuali e quelli richiesti dal Runts sono di fatto pressoché identici”.
Noi non siamo dei luminari in materia, come d’altronde nemmeno chi ha vergato le righe appena citate.
Notiamo comunque che questi estensori, alla fin fine, ci danno ragione.
Quando affermano che “gli adempimenti attuali e quelli richiesti dal Runts sono di fatto pressoché identici” confermano ciò che abbiamo sempre detto.
Una riforma dovrebbe semplificare le cose, e per quanto riguarda le nostre associazioni ci sarebbe moltissimo da fare, dato che di adempimenti ne abbiamo veramente troppi !
Invece con questa riforma non solo si mantengono le incombenze precedenti, ma pure se ne aggiungono altre !
E ciò non lo diciamo noi, che luminari certo non siamo, ma fior di esperti che non vengono remunerati per sostenere il contrario.
Noi aggiungiamo solo che ciò è vergognoso !
Certo, spaventa la potenza di fuoco a disposizione di coloro che vogliono portarci a tutti i costi a fare scelte avventate in mancanza di alcuni decreti attuativi strategici. La gran cassa degli organi di stampa contro la nostra esile voce è roboante.
L’umile operatore che si scontra tutti i giorni con i problemi della vita reale e l’apparato burocratico, però, conosce bene la differenza tra la propaganda e i fatti.
Ed è per questo motivo che vuole leggere nero su bianco tutte le regole del gioco, prima di prendere decisioni che peseranno sul futuro della propria associazione. Non ci fidiamo più delle parole o degli slogan.
Potremmo controbattere a ogni altro punto citato dagli articoli che stanno uscendo in questi giorni a favore dell’ingresso nel Runts, ma a che pro?
Ormai è chiaro che una parte non vuole “rimetterci la faccia”: si è troppo sbilanciata in un senso, e quindi non c’è la volontà di capire come funzionano nella realtà le associazioni, limitandosi ad esercizi mentali astratti.
Come sempre succede nel nostro Paese, anche su un argomento come questo, che dovrebbe vederci tutti uniti, si innalzano steccati piuttosto che cercare il dialogo per trovare punti di accordo.
Vincono l’orgoglio, il pregiudizio, e quindi la maionese impazzita è bell’è pronta per essere servita.
Per la cronaca, ricordiamo che diventare rete significa accedere a fondi ministeriali destinati al mantenimento della propria struttura (uffici, personale, spese di gestione, trasferte ecc.), e non per organizzare concerti o elargire contributi ai propri associati.
Concludiamo riportando le parole di un vero luminare, uscite sul suo profilo personale: ogni ulteriore commento è superfluo.
“I miei amici che si occupano di sport e di terzo settore ben conoscono le oltre 30 sentenze della Cassazione che questo inverno hanno ridisegnato l'interpretazione dell'art. 67 primo comma lett. m del Tuir escludendone l'applicazione in tutti i casi in cui lo sportivo svolgesse in via continuativa e professionale l'attività sportiva stessa
Non vi è dubbio che ad analoga conclusione si dovrà arrivare quando ci si vuole riferire agli altri soggetti a cui si applica la norma in esame. Ossia ai direttori artistici e al personale tecnico di cori, bande e filodrammatiche.
A maggior ragione questo vale per questi soggetti in quanto in questo caso la norma ricorda espressamente che le prestazioni debbono essere di natura non professionale.
Credo che le reti associative e il Runts, in sede di controllo di questi enti del terzo settore non possa fare a meno di evidenziare l'eventuale non corretta applicazione di questa norma alla luce del chiarissimo disposto della norma e della interpretazione conforme datane dalla Cassazione.”
Dalla pagina FB dell’Avv. Guido Martinelli – 23/06/2022.