BUGIE CON LE GAMBE CORTE E ACCANIMENTO TERAPEUTICO
BUGIE CON LE GAMBE CORTE E ACCANIMENTO TERAPEUTICO
È uscito un interessantissimo articolo su “Vita.it”, dal quale si scopre che in Sicilia, in questi giorni, quasi 900 associazioni sono state espulse dal Runts, il registro unico del terzo settore.
Nella prima parte si cercano eventuali giustificazioni al mancato adeguamento di: “atto costitutivo, statuto, bilanci e documentazione per il mantenimento dei requisiti”, tra le quali “molte delle realtà che si sono ritrovate temporaneamente “senza casa” erano quelle trasmigrate d’ufficio o quelle più piccole e non ben informate su tutti gli adempimenti richiesti dalla riforma. Senza contare quelle che vivono il servizio alla persona come uno “stare sul fronte”, nelle periferie di territori in cui l’urgenza prioritaria non è certamente quella di tenere in ordine i registri dei soci.”
Nonostante tre proroghe delle scadenze per la regolarizzazione della loro posizione, tutte queste associazioni non l’hanno fatto: possibile che a nessuno sia venuto in mente che ci possa essere anche una volontà precisa di uscire dal Runts, dato che le regole sono veramente troppo strette, e che il peso dell’ulteriore burocrazia è eccessivo per una medio-piccola associazione che si basa sul volontariato?
“È chiaro che le regole sono regole e vanno rispettate, ci mancherebbe non lo facesse proprio il Terzo settore, ma sulla complessità degli adempimenti e sul non far passare delle semplici mancanze amministrative come una lettera scarlatta, ecco che il Forum Terzo Settore Sicilia prende parola.”
In questo passaggio si riconosce ciò che noi stiamo dicendo da molti anni, restando inascoltati e addirittura catalogando la nostra posizione come preconcetta: la complessità degli adempimenti.
Avevamo semplicemente analizzato in modo approfondito, e non superficiale, quanto previsto da queste “regole”, proiettandole nelle nostre realtà e capendo cosa sarebbe successo.
Non condividiamo, comunque, la parte in cui si dice che “le regole sono regole e vanno rispettate”: se esse sono giuste d’accordo, ma quando sono ingiuste abbiamo il diritto di contestarle per chiedere che esse vengano cambiate in modo corretto.
“La legge è legge e le norme vanno rispettate”: non vogliamo scomodare importanti esempi storici, di cui tutti sono a conoscenza, quando leggi ingiuste vennero contestate in modo non violento per ottenerne il cambiamento. La legge dev’essere giusta, e l’attuale testo della riforma ha dimostrato tutti i propri limiti: intestardirsi per non riconoscere ciò e promuovere migliorie è semplicemente sciocco. Continuare a difendere a spada tratta questa posizione, senza aprire alla possibilità di reali e significativi cambiamenti migliorativi equivale a una sorta di accanimento terapeutico.
Purtroppo in alto loco nessuno si vuole prendere la responsabilità di dire chiaramente come stanno realmente le cose, continuando in un miope percorso che, forse, è mirato più a “salvare la faccia” o a difendere i propri privilegi (e contributi), piuttosto che venire incontro alle reali esigenze della Società.
Ricordiamo che, nell’audizione in Senato di mercoledì 11 Luglio 2018, abbiamo sentito le “grandi” realtà molto preoccupate per i loro stipendi dirigenziali, che erano inferiori del 40% confronto a quelli pubblici, mentre sulle esigenze delle medio-piccole associazioni (ricordiamo che sono più del 90-95% sul totale) non fecero parola…
L’articolo continua con un esempio che calza a pennello proprio su queste realtà: “L’Avis per esempio che si è vista cancellare dal Runts 22 sezioni. «Lo sapete cosa vuol dire? In pratica dalle 10mila alle oltre 11mila sacche al giorno» tuona Salvatore Calafiore, presidente di Avis Sicilia.... Solo per fare capire la situazione, se parliamo dell’Avis regionale tutto va bene ma se consideriamo una piccola sezione, per esempio quella di Geraci, la cui sede è nell’abitazione del presidente, comprendiamo cosa vuol dire per i soci occuparsi del servizio e, contestualmente, della parte burocratica»…
Non è abbastanza chiaro?
Evidentemente no, perché si continua a girare attorno al problema senza affrontarlo: “Forti le preoccupazioni di larga parte del Terzo settore in Sicilia, riconosciuto dallo stesso assessore al ramo, Nuccia Albano, «un patrimonio indispensabile per la società, avendo la capacità di erogare servizi e, allo stesso tempo, di generare comunità attraverso la valorizzazione di spazi, luoghi e legami che avvicinano le persone tra loro». Proprio per questo – ricorda l’assessorato – non sono state poche, nel recente passato, le azioni messe in campo a sostegno del settore, valorizzando il ruolo complementare e sussidiario che le organizzazioni di volontariato ricoprono nella nostra collettività. In tutta la Sicilia, infatti, sono stati 35 incontri divulgativi organizzati con enti, associazioni, commercialisti, sindaci, notai, Protezione civile e Cesvop per dare modo a tutti di regolarizzare la propria posizione con tutti gli strumenti possibili…
Si riconosce che siamo un patrimonio indispensabile per la società, eppure non si capisce che il problema non è solo la regolamentazione della propria posizione, ma l’attuale impianto della riforma.
Possibile che non si capisca l’enorme difficoltà che avrà ogni singola associazione nel riuscire a rispettare tutte le regole negli anni a venire, anche per la sola ordinaria amministrazione?
Un continuo accanimento terapeutico, insomma, per salvare una situazione indifendibile…
E arriviamo alle bugie con le gambe corte: siamo stati gli unici a spiegare cosa doveva fare, per salvaguardarsi, chi desiderava entrare nel Runts, ovvero una preventiva perizia patrimoniale prima dell’iscrizione. Ciò sarebbe servito per evitare problemi con la devoluzione del patrimonio nel momento in cui si fosse deciso di uscire da tale registro.
Devoluzione patrimoniale?
Ma come, ma nessuno ne ha mai parlato!!!
E se per caso lo ha fatto ha sottostimato il problema, banalizzandolo…
Adesso queste 900 associazioni siciliane toccano con mano quella che era “solo” una “nostra preoccupazione”: entro il termine del 26 Gennaio 2025 dovranno comunicare alla Regione a quale altro ente intendono devolvere il loro patrimonio, ovvero: “l’incremento patrimoniale avuto da quando erano iscritti nei vecchi registri regionali alla data di cancellazione”.
E poi eravamo noi a dare false informazioni, a creare allarmismo…
Il tempo è galantuomo: adesso basta basarsi sulla realtà, sui dati di fatto…
Questo il link all’articolo, per gli interessati: https://www.vita.it/terzo-settore-in-sicilia-900-enti-fuori-dal-runts/