Come avviene ormai da anni, vari soggetti – tra i quali il TP – tentano di apportare dei miglioramenti alla vita della Banda Musicale tramite emendamenti a dispositivi legislativi che vengono presentati in Parlamento. Il principale strumento – giusto o sbagliato che sia, non sta a noi giudicare – è la Legge di Stabilità (la vecchia legge finanziaria, per intendersi).
E’ in questo modo che, nel passato, siamo riusciti ad avere la possibilità di utilizzare la L. 398/91 per un regime fiscale particolarmente vantaggioso.
E’ sempre in questo modo che siamo riusciti ad ottenere la possibilità di utilizzare l’art. 67 comma m) del TUIR.
Abbiamo ottenuto anche altri risultati positivi, ma non ci interessa appuntarci delle medaglie al merito: l’importante è il risultato, ovvero che TUTTE le Bande italiane, senza distinzione alcuna per l’appartenenza a qualsivoglia associazione/federazione, ne hanno potuto godere.
Lo abbiamo sempre fatto senza sbandierare la cosa: non è la gloria o il metterci in mostra che ci interessa.
Attualmente sono depositati in Senato vari emendamenti, tra i quali quelli presentati in data odierna (28/11/2019) con apposita conferenza stampa alla Camera dei Deputati. Da un’associazione nazionale. Non sono gli unici, altri simili sono presenti, avanzati da vari parlamentari di diversi partiti politici, a testimonianza dell’importanza delle Bande e della necessaria apoliticità delle stesse.
Uno è particolarmente interessante, e recita: “all’art. 67 comma 1 lettera m), dopo le parole “compensi erogati ai direttori artistici” sono aggiunte le seguenti “ai formatori e”. Ciò andrebbe a risolvere in modo definitivo la querelle sull’applicabilità, o meno, dell’articolo stesso nelle Scuole delle nostre Bande.
E’ giusto osservare che è lo stesso presente nella proposta di Legge presentata alla Camera in 16 Gennaio 2019 dall’On. Rossini (prima firmataria) e da molti altri, di tutti i partiti politici: b) “all’art. 67 comma 1 lettera m), dopo le parole “compensi erogati ai direttori artistici” sono aggiunte le seguenti “, ai formatori ,”. Praticamente lo stesso presentato a partire dal 2016 dall’allora Sen. Panizza. Segno che ciò che diciamo da anni è evidentemente un concetto di buon senso.
Ma non ci interessa rivendicarne la paternità: basta raggiungere il risultato. Per questo lavoreremo affinché tutti coloro che hanno presentato lo stesso emendamento convergano su uno di essi e lo appoggino (per esempio, riportiamo quello della Sen. Testor “b) all'articolo 67, comma 1, lettera m), dopo le parole: «compensi erogati ai direttori artistici» sono inserite le seguenti: «, ai formatori»”).
Interessante sarebbe anche l’approvazione del seguente emendamento, che dice “b) all'articolo 67, comma 1, lettera m), dopo le parole: «cori, bande e filodrammatiche che perseguono finalità dilettantistiche» sono aggiunte le seguenti: costituite in qualsiasi forma associativa»”, anche se i nostri esperti legali la vedono particolarmente dura, non prevedendo nessun tipo di filtro per poterne giovare. In qualsiasi caso, sicuramente non ci metteremo di traverso, come invece hanno fatto altri nel passato in riferimento alle nostre iniziative, anche perché potrebbe portare vantaggi alle Bande.
E lasciamo stare la caduta di stile di taluni personaggi che rivestono ruoli nazionali quando, in occasioni pubbliche, mettono in dubbio la consistenza delle realtà facenti parte del TP, quasi a screditarci: sono bassezze che si commentano da sole e che non meritano di farci perdere tempo prezioso. Si, perché ci sono anche altre questioni che meritano la nostra attenzione e il nostro impegno a favore delle Bande Musicali tutte.
In qualsiasi caso, è interessante notare che le nostre posizioni, date dallo studio di esperti e professionisti del settore, vengono, seppur con sfumature diverse, riconosciute anche da altri.
Le nostre critiche all’ingresso nel 3° Settore sono sempre state le stesse, ovvero:
- perdita dell’art. 67 del TUIR, sia che si entri sia che si resti al di fuori;
- perdita del regime fiscale della L. 398/91, a detta di tantissimi più favorevole di quello previsto dalla riforma, sia che si entri e sia che si resti fuori (vedasi, al riguardo, l’allegato filmato rintracciabile per intero sul sito del Senato in data 17/01/2019);
- mancanza dei decreti attuativi, che allo stato attuale non permettono di fare scelte ponderate (non siamo maghi e non abbiamo il dono della preveggenza);
- penalizzazione nell’arruolamento di personale (leggasi formatori), nel caso si diventi APS, in quanto tali figure sono calcolate sulla base di parametri fissi (5% dei propri soci oppure 50% dei volontari iscritti in apposito albo).
Non tocchiamo l’aggravio di carico burocratico che deriverebbe dalla trasformazione in APS, di non secondaria importanza, ma che affronteremo con apposite schede, così come la falsa questione del 5x1000, oppure la molto parziale protezione con l’acquisizione della personalità giuridica.
Una decisione informata e serena, allo stato attuale, non è possibile, dato che mancano ancora troppi Decreti attuativi: sicuramente quando essi usciranno saranno esaminati senza pregiudizio alcuno, per verificare quale sia l'interesse per ogni singola Banda Musicale.
Resteremo sempre vigili, a disposizione di qualunque Banda Musicale italiana, indipendentemente dall’affiliazione a qualsivoglia associazione, come abbiamo sempre fatto in tutti questi anni.